Negli anni del dopoguerra quando, a Campobasso, sono entrato nel mondo del giornalismo di provincia, il giornale si componeva con le singole lettere di piombo che il bravo tipografo prelevava a grande velocità da un contenitore, diviso in singole caselle per ordine alfabetico. Quindi si creava la colonna inumidita e legata con lo spago, che consentiva di impaginare e di realizzare tutto il menabò sillaba per sillaba, a pagina intera pronta per il pianale di stampa. Spesso però diventava anche un lavoro di sisifo, perché la colonna si disfaceva e bisognava ricominciare da capo. Anni dopo arrivò anche in Molise la macchina linotype con composizione a piombo fuso riga per riga, un po’ più facile da utilizzare rispetto al primo secolare sistema. Per chi è nato con la tastiera del computer vicino alla poltrona, forse ha difficoltà a immaginare il grande vantaggio per l’epoca di un moderno strumento, ma lontano tecnologicamente dalla composizione attuale della scrittura.
lunedì 17 ottobre 2011
Dopoguerra: quando scrivere un giornale era un'avventura!
di Nino Amoroso
Negli anni del dopoguerra quando, a Campobasso, sono entrato nel mondo del giornalismo di provincia, il giornale si componeva con le singole lettere di piombo che il bravo tipografo prelevava a grande velocità da un contenitore, diviso in singole caselle per ordine alfabetico. Quindi si creava la colonna inumidita e legata con lo spago, che consentiva di impaginare e di realizzare tutto il menabò sillaba per sillaba, a pagina intera pronta per il pianale di stampa. Spesso però diventava anche un lavoro di sisifo, perché la colonna si disfaceva e bisognava ricominciare da capo. Anni dopo arrivò anche in Molise la macchina linotype con composizione a piombo fuso riga per riga, un po’ più facile da utilizzare rispetto al primo secolare sistema. Per chi è nato con la tastiera del computer vicino alla poltrona, forse ha difficoltà a immaginare il grande vantaggio per l’epoca di un moderno strumento, ma lontano tecnologicamente dalla composizione attuale della scrittura.
Negli anni del dopoguerra quando, a Campobasso, sono entrato nel mondo del giornalismo di provincia, il giornale si componeva con le singole lettere di piombo che il bravo tipografo prelevava a grande velocità da un contenitore, diviso in singole caselle per ordine alfabetico. Quindi si creava la colonna inumidita e legata con lo spago, che consentiva di impaginare e di realizzare tutto il menabò sillaba per sillaba, a pagina intera pronta per il pianale di stampa. Spesso però diventava anche un lavoro di sisifo, perché la colonna si disfaceva e bisognava ricominciare da capo. Anni dopo arrivò anche in Molise la macchina linotype con composizione a piombo fuso riga per riga, un po’ più facile da utilizzare rispetto al primo secolare sistema. Per chi è nato con la tastiera del computer vicino alla poltrona, forse ha difficoltà a immaginare il grande vantaggio per l’epoca di un moderno strumento, ma lontano tecnologicamente dalla composizione attuale della scrittura.
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