venerdì 29 gennaio 2010

Dell’aeroporto americano nel Molise (1944-1945) sopravvive solo la leggenda della MADONNA GRANDE

nei ricordi di Nino Amoroso

Quando si arriva in questa grande pianura, tornata verde e coltivata, il visitatore è curioso di sapere cosa è rimasto della grande avventura dell’aeroporto militare americano di Madonna Grande nella pianura tra Campomarino, il torrente Saccione quasi al confine con la provincia di Foggia e la costa del mare Adriatico. Niente, tranne i pochi reticolati e qualche vecchio pannello di ferro. Sono scomparsi i colori squillanti, allegri, infantili che somigliavano tanto all’America; il giallo dei carri-botte, il rosso delle pompe elettriche, il blu delle lunghe condutture di benzina ai lati delle piste. Scomparso anche tutto quello spreco di vernici chiassose, così affini all’anima degli americani e che da sole durante la seconda guerra mondiale facevano distinguere le loro piste di atterraggio. Era un susseguirsi di campi illuminati, di avvisi multicolori, frecce verdi, blu e rosse: tutta quella eccitazione quasi cittadina che accresceva nei militari negri, nei trafficanti, nelle ragazze, la febbre di vivere senza regole.
Il lungo e popolato aeroporto come d’improvviso era sorto, così’ si è spento: le dune sono tornate dune, con la sabbia del litorale non più levigata dai corpi belli e brutti di tante ragazze sulle quali scendevano, quasi rasentandole, i piloti galanti ed eccitati dell’aviazione americana di ritorno dai soccorsi ai partigiani in Jugoslavia.

Quando il tramonto si spegne nella pianura di Ramitelli brillano solo le larghe macchie gialle e verdi dei girasoli in fiore, vigneti e coltivazioni di ortaggi e barbabietole da zucchero. Oltre ai colori, resta, però, la leggenda dell’aeroporto di Madonna Grande ancora viva nella memoria degli abitanti di Campomarino, dove negli anni Cinquanta in parte del territorio è stata realizzata la riforma agraria.
Ma, è anche per i soldati negri, per la prima volta nella zona, che il ricordo è abbastanza insolito: la paura per i loro eccessi specie se ubriachi e, con benevolenza, la loro natura affettuosa. Tutto sommato il bene che se ne diceva supera il male e le donne ricordano la loro follia amorosa e la devozione per le donne bianche.
La fama di quelle follie si diffuse per la penisola appena liberata dall’esercito alleato, perciò è verosimile che a Madonna Grande siano arrivate, con le prostitute, anche ragazze decise ad arricchirsi donandosi agli aviatori americani – spesso negri e molto generosi in danaro - che aspettavano al margine della strada, quando le ‘’jeeps’’ si arrestavano di botto e questi ragazzi neri gemevano ai loro piedi con in mano tanti dollari. Da qual momento pur di avere un rapporto erano disposti a rubare non solo i copertoni e l’auto, ma anche un pezzo di aereo prima che la ‘’military police’’ li arrestasse.

Della grande avventura sono rimasti anche tanti figli, spesso color cioccolata, di cui nessuno ha mai conosciuto la loro destinazione, se non qualche anziana signora con figlio mulatto, che si aggirava in questi luoghi con nostalgia, ma forse anche con tanto dolore per una gioventù bruciata probabilmente alla ricerca di un effimero benessere.

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